Corato avvia l’iter per diventare Città. De Benedittis: «È il momento di superare il provincialismo»

Il consiglio comunale
Il consiglio comunale approva all’unanimità la proposta
La seduta del Consiglio comunale del 26 novembre segna uno spartiacque per Corato. Con il via libera all’avvio dell’iter per ottenere il titolo di Città, l’amministrazione apre formalmente un percorso che, tra passaggi istruttori e verifiche ministeriali, potrà concludersi solo con il decreto del Presidente della Repubblica. Una decisione che va oltre il profilo amministrativo e chiama in causa identità, visione e ambizioni della comunità.
Il sindaco Corrado De Benedittis ha presentato la delibera incardinando il voto in un discorso ampio, in cui la dimensione simbolica si intreccia alle prospettive di sviluppo. «Quello di oggi è un punto di approdo per le prospettive della nostra città», ha affermato. «Questo passaggio, oltre a rappresentare una serie di opportunità, costituisce un giusto riconoscimento a un contesto sociale, economico, produttivo e culturale che nel corso dei decenni si è ampliato. È anche un’indicazione della necessità di proseguire un processo storico: una città che si apre e cresce, anche nel modo in cui si considera e si percepisce».
La riflessione ha toccato uno dei nodi più delicati della narrazione pubblica locale: la percezione di Corato come “paese”. «Ho sempre chiesto che si parlasse di città e non di paese», ha detto il sindaco. «Parlare di paese è un modo riduttivo di pensare a questa realtà come a una realtà provinciale. Ma Corato è una realtà che segna la rotta e, per esserlo davvero, bisogna accettare le sfide del tempo presente».
Il passaggio successivo è dedicato alla capacità di guardare oltre l’immediato, con un richiamo alla categoria della “società aperta”. «Bisogna saper pensare oltre il contingente, sui grandi temi, a partire proprio da quello di una società aperta, per citare Popper. Una società aperta non favorisce i flussi migratori, ma non li subisce: li valorizza».
De Benedittis ha collegato questo ragionamento al rapporto tra la città e le nuove generazioni: «Se continuiamo a pensarci come un paese, resteremo indietro. Dobbiamo invece avere la volontà di aprire la pista, recuperando capacità attrattiva verso i giovani, che spesso sono andati via non solo per l’occupazione, ma perché hanno percepito questa realtà come provinciale e distante dalle sensibilità nuove». Quindi l’affondo contro il paternalismo: «Il provincialismo è legato a un paternalismo imperante: l’idea che i grandi capiscano e i giovani no. Dobbiamo metterci da parte per lasciare spazio alle nuove generazioni, perché solo loro hanno uno sguardo orientato al futuro. Ma questo può farlo solo una città aperta, che accetta le sfide».
Nel suo intervento, il sindaco ha anche tracciato una lettura critica della politica degli ultimi decenni: «Il declino del paese è legato al fatto che negli ultimi trent’anni la politica ha seguito gli umori e si è lasciata guidare dai sondaggi, invece che dalle visioni».
Il percorso verso il titolo di Città nasce anche da una serie di sollecitazioni arrivate dalla comunità. «In tanti mi hanno chiesto di attivarmi», ha spiegato De Benedittis. «Tra loro anche Giacomo De Lillo, che ha ricoperto incarichi pubblici nella nostra città. Ho ritenuto valida questa richiesta perché portatrice di novità». Gli uffici hanno già mosso i primi passi: «Il dirigente Sciscioli si è attivato, abbiamo interloquito con la Prefettura e siamo arrivati al punto odierno».
Ora il Comune dovrà predisporre il fascicolo tecnico da trasmettere alla Prefettura, che a sua volta lo inoltrerà al Ministero dell’Interno per la valutazione finale della Presidenza della Repubblica.
Un iter lungo, ma che segna ufficialmente l’avvio di una fase nuova: Corato vuole definirsi come città e giocare un ruolo da protagonista nelle sfide del presente.
Le fasi dell’iter
L’iter per ottenere il titolo di città prevede che il Comune richieda formalmente la concessione al Ministero dell’Interno, tramite un’apposita delibera di Consiglio e la presentazione della documentazione richiesta che attesti l’importanza storica, monumentale o socio-economica del comune.
Il Ministero, dopo aver valutato la documentazione e sentito il parere del Prefetto e della Soprintendenza competente, trasmette la proposta al Presidente della Repubblica, che emette il decreto di concessione.
Fasi dell’iter
- Richiesta del Comune: il comune presenta una deliberazine del Consiglio che richiede il riconoscimento del titolo di città.
- Documentazione: alla delibera deve essere allegata una documentazione che giustifichi la richiesta, evidenziando l’importanza del comune per ricordi storici, monumenti e l’attuale rilevanza socio-economica e urbanistica.
- Valutazione Ministeriale: il Ministero dell’Interno esamina la documentazione ricevuta.
- Pareri e proposte: il Ministero richiede e valuta i pareri delle autorità territoriali competenti, come il Prefetto e la Soprintendenza Archeologica.
- Decreto Presidenziale: se la proposta viene approvata, il Ministero dell’Interno propone al Presidente della Repubblica l’emissione di un Decreto Presidenziale per la concessione del titolo.
- Registrazione: il titolo viene successivamente trascritto nel Registro Araldico dell’Archivio Centrale dello Stato


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